Le vetrate gotiche: il rito e l’arte della luce

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Nelle vetrate gotiche ci sono immagini di personaggi, simboli e storie dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Protagonista è la luce e tutta la bellezza che essa sa creare passando attraverso il vetro.

La luce e i colori

Ugo di San Vittore e Tommaso d’Aquino affermano che la luce è uno dei principali attributi del bello, e in testi di altri massimi rappresentanti della scolastica, da san Bonaventura ad Alberto Magno, si dice che essa è attributo stesso di Dio. La cosiddetta “estetica della luce” trova legittimazione teologica anche nelle dottrine neoplatoniche.

La capacità della luce di passare attraverso il vetro ha un ruolo fondamentale. Scrisse il pittore Eustache Hyacinthe Langlois, pioniere dello studio e del rinnovamento ottocentesco delle vetrate, che i maestri di vetrate dipingevano “con la luce stessa”.

L’azione del colore è molto potente sulla psiche. I colori di per loro emanano energia. Entrare in una cattedrale è un’azione emblematica in grado di suscitare emozioni ed indurre effetti “oggettivi” nella psiche e nel corpo di ogni visitatore. Le vetrate sono come gli improvvisi raggi di sole che rischiarano una radura del bosco. La radice di questa immagine sta nella valenza del tempio greco-romano, cioè l’edificio di culto che riproduceva una “foresta di colonne”, la foresta quale sede della divinità. Addentrarsi nel tempio era addentrarsi nella foresta per aggiungerne il centro, nascosto dalle colonne, cioè per raggiungere il luogo di abitazione della divinità.

Tempio greco

La Biblia Pauperum vitrea

Le vetrate sono strumenti efficaci della comunicazione per immagini. Un loro privilegio peculiare è quello di essere pittura luminosa e di potersi avvalere di innumerevoli possibilità date da un elemento continuamente variabile che assume aspetti diversissimi a seconda delle ore, dei giorni, e anche delle stagioni. Le vetrate gotiche avevano, e forse avranno ancora, la funzione di mostrare il Verbo alle persone semplici, che non conoscono le Sacre Scritture, e soprattutto servivano a mostrare una “mistica della luce” che irradia nelle navate la calda luminosità Divina accresciuta e completata poi dalle decorazioni pittoriche.

Vetrata

Le vetrate gotiche come parti integranti del rito

Esse erano e sono infatti parte integrante del rituale religioso, assolvevano a ben precise funzioni.

L’aspetto di una vetrata dipende da una grande quantità di fattori, in primo luogo dalla funzione della finestra entro la struttura architettonica e dal ruolo che viene conferito alla luce, che può essere uniforme o contrastata, bianca o colorata, scarsa o abbondante, essa può essere utilizzata per privilegiare una certa organizzazione e determinati elementi all’interno dello spazio di un edificio o per unificare questo spazio in modo uniforme senza variazioni. La decorazione infatti non è qualcosa di aggiunto alle strutture che serve ad abbellirle, è parte integrante delle stesse strutture e può intervenire a modificarle. Pensiamo ad un uso diverso della luce è quello del mosaico, che riceve la luce dall’esterno e la rifrange dando così una nuova animazione alla parete.

Odo Casel e il ruolo del corpo nel Rito

Vetrate gotiche come oggetto di studio

Grazie ai numerosi scritti a essa dedicati conosciamo discretamente la tecnica delle vetrate. Il primo e più esteso trattato, il cui autore si è firmato con il nome di Theophilus, è forse il più antico manoscritto conservato oggi nella biblioteca di Vienna. Lo scritto si divide in tre libri, il primo dedicato alla pittura e alla miniatura, il secondo alla fabbricazione del vetro e delle vetrate, il terzo alle tecniche della lavorazione dei metalli e dell’oreficeria. Attraverso la descrizione dei procedimenti e dei materiali usati, Theophilus volle elencare le maggiori tecniche artistiche in auge al suo tempo.

L’arte di produrre vetrate con metodologia e il materiale corretto scomparve già nel XIV secolo.

Lo studio e la conoscenza delle vetrate sono enormemente progrediti, e oggi siamo in grado di conoscere e valutare meglio questo grande patrimonio dell’arte europea, il suo stato di conservazione, la sua autenticità, i suoi caratteri, la sua storia, la sua importanza, la sua singolarità. È in Germania, tra ‘800 e ‘900, che si cominciarono a studiare le vetrate con i metodi e i criteri con i quali veniva affrontata la storia della pittura, e alcune grandi personalità di storici dell’arte, come Paul Frankl (1878-1962), intervennero in questo campo con studi di alto livello.

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