La Tradizione Apostolica occupa un posto importante tra i documenti che descrivono le istituzioni e la liturgia della Chiesa antica. Dall’anafora in essa contenuta deriva la seconda preghiera eucaristica del Messale Romano.
I contenuti e la struttura
Il documento contiene informazioni sulla vita comunitaria ed è una raccolta di testi liturgici, anonima, scoperta intorno al 1910 alla quale è stato dato il titolo di Tradizione Apostolica attribuendola allo Pseudo-Ippolito. Prima se ne conosceva l’esistenza solo grazie al titolo scolpito sulla statua detta di Sant’Ippolito all’ingresso della Biblioteca Apostolica Vaticana. L’analisi ne colloca la composizione nella prima metà del III secolo, in Siria o ad Alessandria. Il testo originale greco è andato perduto.
I contenuti di Tradizione Apostolica mostrano come in questa fase della tradizione orale si è ritenuto opportuno raccogliere alcune normative per determinate istituzioni liturgiche, dato che tratta successivamente delle ordinazioni (vescovi, presbiteri, diaconi), dell’eucaristia, del battesimo, delle assemblee e delle preghiere. I destinatari dell’opera non sono menzionati.
Il testo è diviso in 5 parti: introduzione, sezione ministeriale (2-14), sezione dell’iniziazione (15-21), prescrizioni diverse (22-42), breve conclusione. Nei capitoli concernenti il vescovo, il presbitero e il diacono troviamo la rispettiva preghiera di consacrazione.
L’imposizione delle mani in Tradizione Apostolica
Da notare che il documento riserva l’imposizione delle mani per l’accesso ai tre ministeri del vescovo, del presbitero e del diacono. Per queste ordinazioni ci fornisce sia dati rituali che formulari eucologici. Allo Spirito Santo è attribuito un ruolo determinante nei momenti forti, ossia nelle istituzioni sacramentali. La responsabilità della conduzione della Chiesa ricade sul vescovo e, in second’ordine, sui presbiteri e sui diaconi che sono costituiti nelle loro funzioni con l’imposizione delle mani durante un atto liturgico e dopo essere stati eletti da tutta l’assemblea. Per i ministri di rango inferiore, lettori e suddiaconi, non è prevista l’imposizione delle mani. Le prime tre figure ricevono l’imposizione delle mani in quanto hanno un ruolo strettamente cultuale nella liturgia.
La preghiera eucaristica
L’anafora eucaristica contenuta nella Tradizione Apostolica è la più antica che si conosca e, non a caso, è inserita nel testo dopo l’ordinazione del vescovo che immediatamente presiede la celebrazione eucaristica. Questa è un riferimento obbligato per chiunque si occupi del culto cristiano e della sua storia. Un testo che ne deriva direttamente è stato inserito nel Messale Romano di Paolo VI col titolo di Preghiera eucaristica II.
Nonostante le lontane origini, Traditio Apostolica ebbe un’influenza significativa sulle riforme liturgiche del Concilio Vaticano II, particolarmente nella restaurazione del catecumenato degli adulti, nella celebrazione dell’iniziazione cristiana (RICA) e nella riforma della Messa. Nel rito di ordinazione di un vescovo del testo si trova una preghiera eucaristica che servì da base per comporre la seconda preghiera eucaristica del corrente Messale romano.











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