Cos’è la teologia?

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La teologia secondo Yves Congar nasce e vive da uno sforzo dell’uomo per pensare ed esprimere la sua fede secondo il modo, ed utilizzando le risorse, della ragione. Karl Rahner, afferma che essa è intelligenza della fede riflessa in maniera scientifica. René Latourelle la studia invece come scienza della salvezza perché il Dio studiato è Colui che interviene nella storia umana e chiama l’uomo alla salvezza.

Derivazione del temine “teologia”

Il termine deriva dal greco ed è composto da ϑεο = Dio e λογία = discorso, indagine. È strettamente correlato alla parola logos che significa: ragione. Il termine appare con certezza per la prima volta in Platone, nel secondo libro della Repubblica. Successivamente Aristotele riconduce la teologia a ciò che egli chiama la filosofia prima cioè l’indagine che va oltre i confini del sensibile e che studia l’essere in tutte le sue sfaccettature. La filosofia prima, e la teologia che ne fa parte, sono poste da Aristotele al vertice, e cioè al di sopra della fisica e della matematica.

Da quando è concepita come scienza

La teologia diviene scienza in epoca medievale, quando il pensiero di Aristotele fece il suo rientro nel mondo occidentale, influenzando in modo sensibile la riflessione cristiana sulla fede e la dottrina.

San Tommaso

San Tommaso d’Aquino all’inizio della sua Summa theologiae dà una definizione di teologia e offre le ragioni per le quali essa può dirsi una scienza. Innanzitutto la teologia permette di abbracciare nell’insieme l’intera realtà; e soprattutto utilizza le due diverse funzioni che caratterizzano tutte le altre scienze, quella speculativa e quella pratica, ma con un prevalente orientamento speculativo perché il suo oggetto principale è Dio. Possiamo dire che la teologia è una disciplina che condivide il cammino delle altre scienze secondo il procedimento tipico dell’uso della ragione, ma all’interno di quel contenuto vitale suo tipico, cioè la fede. Quindi il legame teologia, fede e vissuto è inscindibile.

Teologia e teologi

Come sostiene Alfaro in Rivelazione cristiana, fede e teologia, descrivono al meglio la situazione:

I teologi non si trovano d’accordo nel dare risposta alla domanda su che cosa sia la teologia. Non è casuale questo disaccordo. La definizione di teologia è già di per sé un compito teologico; non possiamo dire che cosa sia la teologia se non facendo teologia.

J. Alfaro, Rivelazione cristiana, fede e teologia, Queriniana, Brescia 1986, p. 132

Un “discorso su Dio”

Quando la maggior parte delle persone usa il termine “teologia” si riferisce a un “discorso su Dio”, ma perché dovrebbe interessarci un “discorso su Dio”?

Qualunque affermazione su Dio presuppone, consciamente o inconsciamente, una posizione teologica. Ciascuno di noi possiede una prospettiva teologica che influenza il modo che abbiamo di interagire col mondo e con gli altri. Anche chi sostiene la non esistenza di Dio, la posizione degli atei, lo fa in virtù di una personale prospettiva teologica.

Oggi si delega sempre più all’ambito accademico e speculativo l’attività teologica ma, in realtà, essa ci è molto più famigliare di ciò che pensiamo. Sappiamo infatti che non solo l’ambito scientifico, ma anche quello umanistico, quello filosofico e quello teologico contribuiscono allo spessore della cultura e alla maturità del “pensare” di un’epoca. Ogni disciplina deve ricercare il modo migliore per essere insegnata e oggi è difficile parlare di Dio. La teologia, come tutte le altre scienze, necessita di una elaborazione del linguaggio e questa è una sfida che essa deve cogliere.

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