Tag: spirito
Ruah appartiene al gruppo dei vocaboli onomatopeici in quanto, nella sua pronuncia, imita il fischiare del vento. Letteralmente significa «vento», «respiro», ma, in senso più esteso, indica un qualcosa che si muove e che a sua volta ha la forza di mettere in movimento: una forza imprevedibile, la cui presenza e azione sono scaturigine di vita. Nell’uso scritturistico è spesso strumento dell’agire concreto di Dio nella storia e la sua provenienza è ben al di là dell’umano.
Originariamente in ebraico indicava senza dubbio l’aria, l’atmosfera, e il grande spazio tra la terra e il cielo, nonché quella realtà impalpabile che si manifestava talvolta con la forza devastante della tempesta, realtà da cui la vita dell’uomo dipende e che egli non è assolutamente in grado di governare. Il pensiero biblico veterotestamentario è inevitabilmente portato a legare questa realtà a Dio, creatore dell’universo.
Il ruah designa quindi esplicitamente lo Spirito di Dio che opera come forza vitale e quindi come forza creatrice, ma è anche il soffio. Esso inoltre conferisce doti particolare o ispira determinate persone; sarà soltanto in periodo post-esilico che il sostantivo indicherà anche il concetto di “Spirito Santo”. Come il soffio del vento, anche quello del respiro è una forza che solleva ed anima il corpo: esso però non indica il mero processo biologico, ma esprime la profonda dinamica del comportamento umano, cioè l’energia e la vitalità interiore dell’uomo. Il respiro è ciò che vi è di più intimo e personale, ma di questo soffio l’uomo non è padrone ― pur non potendone fare a meno ― e muore quando questo si spegne. Come il vento, ma in modo molto più immediato, il soffio del respiro umano viene da Dio e a lui fa ritorno con la morte.
Padri della Chiesa dei primi secoli: anima e spirito
Molti Padri della Chiesa fra i quali Clemente di Alessandria, Origene e Atanasio, considerarono sede della veterotestamentaria «immagine e somiglianza di Dio» (Gen 1, 26) specialmente l’intelletto e l’anima, in continuità con alcune fondamentali intuizioni dei neoplatonici e degli stoici. Questa posizione fu poi seguita da autori come Agostino di Ippona e Tommaso d’Aquino. Il pensiero dei Padri sull’anima e sullo spirito è molto ampio e coinvolge tanti aspetti della loro teologia. Noi ne prenderemo in considerazione solo alcuni esaminando passi specifici delle loro opere.
Il problema dell’empatia: Edith Stein
Questo è il titolo della dissertazione con la quale Edith Stein conseguì il dottorato in filosofia avendo come relatore Husserl. Lo studio è diviso in quattro parti: esposizione sulla letteratura empatica (parte mai pubblicata), il concetto di empatia, il problema della costituzione dell’individuo psicofisico e l’empatia come comprensione delle persone spirituali. Il tema principale dell’opera è il momento empatico che caratterizza la relazione intersoggettiva tra due persone.
Aristotele, la comprensione dell’anima umana e il ruolo dello spirito
Dopo una fase iniziale vicina alla visione platonica Aristotele approdò, grazie alle sue osservazioni, alla consapevolezza dell’unità psicosomatica dell’essere umano. Tale posizione è espressa principalmente nell’opera De Anima, dove definisce l’anima come forma sostanziale del corpo ed elabora la teoria denominata «ilemorfica» in base alla quale tutte le cose, compresi gli esseri viventi, sono “sinolo”, cioè unione, tra materia e forma.
Origene e la visione tricotomica dell’uomo
La visione della natura dell’anima di Origene è assai vicina a quella del platonismo classico, senza però giungere mai ad associare il male direttamente alla corporeità. Per l’autore l’esperienza del corpo serve per elevare l’anima vivendo a pieno quella che è «l’immagine e somiglianza» che Dio stesso ha concesso all’uomo attraverso il dono dello spirito.
Il libro di Ezechiele
Il libro di Ezechiele è un’opera che rispecchia una delle epoche più tragiche della storia di Israele. Esperto conoscitore della Torah, il profeta mette in…
Anima e spirito in Matteo
Nel capitolo XVI del Vangelo di Matteo troviamo: «Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O…