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Nefesh, nell’Antico Testamento significa «soffiare, esalare», viene convenzionalmente tradotto con anima. In realtà non designa l’anima nel senso comune da noi attribuito oggi a questo termine. Esso indica più precisamente il «soffio della respirazione» ed in particolare l’azione concertata di tutti quegli organi ed apparati che concorrono a questa vitale attività: gola, trachea, collo. La correlazione nefesh – collo viene codificata molto nell’arte, soprattutto nell’iconografia mariana. Generalmente la base del collo è ingrossata e mantiene poi un diametro spesso per tutta la sua lunghezza: questo sta ad indicare la pienezza dello spirito in Maria. Nel pensiero ebraico non ancora ellenizzato nefesh designava dunque l’attività vitale del respiro e quindi, in senso lato, la vita dell’individuo in quanto tale. Poteva corrispondere, in maniera più ampia e generica, all’idea di “essere vivente” o “creatura”; cioè in pratica di chi vive in quanto animato. Ecco allora che nel linguaggio veterotestamentario esalare la propria nefesh significa morire; salvarla, significa salvare la propria vita.
Eraclito e il divenire delle cose
Eraclito (540 – 480) nacque da una famiglia i cui antenati avevano regnato su Efeso e dai quali ereditò funzioni sacerdotali. È difatti dedicata alla…
Leonardo e la nascita della Fisiognomica
Leonardo da Vinci fu iniziatore degli studi sulla Fisiognomica. L’artista autentico è colui che sa trasporre nei volti dei soggetti il contenuto della loro anima. Charles Darwin si avvalse degli studi sulla mimica per formulare le sue teorie. La fisiognomica si avvalse anche della tecnica fotografica quando questa cominciò a diffondersi. Sembra proprio che l’affermazione «gli occhi sono lo specchio dell’anima» sia fisiognomicamente fondata.
Genesi: l’uomo immagine e somiglianza di Dio
La presenza di Dio sin dai primi versetti di Genesi è indicata utilizzando Rûaḥ. Si tratta di una presenza piena, in quanto Dio è spirito, è Rûaḥ. L’uomo, plasmato dalla polvere del suolo, riceve dal creatore uno specifico rûaḥ ossia un “soffio di vita”, diverso da quel “respiro vitale” che condivide con gli animali.
L’anima e le attività della mente umana
Tutte le attività spirituali per le quali l’uomo si distingue dalle altre specie animali, presentano comune il fatto di essere un ripiegamento verso l’io interiore. L’anima si esprime attraverso le emozioni che poi devono essere estrinsecate mediante le capacità del pensiero.
Sant’Agostino e l’opera “Le Confessioni”
Le Confessioni di Agostino. Siamo di fronte ad una delle opere più lette, citate e commentate nell’intera storia della cultura occidentale. Agostino condivide appieno la dottrina plotiniana dell’illuminazione secondo la quale l’anima sta a Dio esattamente come la luna sta al sole di cui riflette la luce. Fondamentale per la definizione agostiniana di “spirito” il Libro XIII delle Confessioni.
L’abolizione del sacrificio nel paganesimo e nella religione ebraica
Possiamo affermare con certezza che fu la distruzione del Tempio di Gerusalemme ad opera di Tito nel 70 d.C. a mettere in moto quella trasformazione della religione ebraica che si è così liberata, prima di altre società, del sacrificio e della sua violenza rituale.