Rosmini: liturgia vissuta vs superbia della mente

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Nell’autunno del 1832 il conte Giacomo Mellerio ospita in Veneto un importante personaggio, l’amico Antonio Rosmini-Serbati. Nella quiete dell’ex corte benedettina di Correzzola, divenuta residenza Melzi, il sacerdote/filosofo si dedica alla stesura della sua opera più nota Delle cinque piaghe della Santa Chiesa.

Rosmini in Veneto

Molti snodi importanti della vita personale e pubblica di Antonio Rosmini si svolsero in Veneto. Studia teologia all’Università di Padova e viene ordinato sacerdote nel 1821 a Chioggia. Amico di Alessandro Manzoni e Niccolò Tommaseo, esercitò un notevole influsso sul Risorgimento italiano.

Scrive nel suo diario che inizia la stesura del testo Delle cinque piaghe della Santa Chiesa il 18 novembre 1832 a Correzzola, in provincia di Padova. Fu il conte Mellerio a convincere il teologo a concedersi un periodo di riposo nel padovano. Il testo è uno studio appassionato sulle ferite che la chiesa del tempo procura al corpo di Cristo. Ma è troppo audace per il pensiero del tempo e Rosmini, nell’avvertimento che apre l’opera, specifica che al momento della stesura scrive solo per alcuni “amici scelti” presumibilmente tra loro anche Giacomo Mellerio. Sarà con l’elezione al soglio pontificio di Pio IX, 17 anni dopo, che Antonio individuerà il momento ideale per la diffusione del suo testo. Il libro di Rosmini fu però messo all’Indice.

Pio IX
Pio IX

L’importanza della liturgia secondo Rosmini

Antonio Rosmini ha condotto le sue riflessioni partendo dalla liturgia vissuta. Delle cinque piaghe della Santa Chiesa comincia dalla piaga dalla divisione del popolo dal clero proprio nel culto. La prima causa di questa divisione è la mancanza di un’adeguata istruzione del popolo; seconda è l’uso di una lingua non più comprensibile al popolo stesso. 

La scarsa istruzione del popolo cristiano, osserva Rosmini, è origine di una separazione destinata a diventare sempre più profonda tra clero e fedeli, ed è causa di una liturgia sempre più incompresa nel suo autentico significato da un popolo ridotto a semplice spettatore di una sacra rappresentazione, scrive Rosmini.

Questo potrebbe essere definito un gesto “profetico” da parte del teologo, queste saranno infatti le istanze fondamentali che caratterizzeranno, qualche anno dopo, il Movimento Liturgico.

Liturgia

Il bene appartiene al vissuto reale

In uno dei molti passaggi illuminanti, l’autore sottolinea quanto sia diabolica l’idea che il bene appartenga alla mente e non all’azione reale e alla volontà effettiva:

Così avvenne, che quando il filosofo insegnò i precetti della morale, si persuase con questo solo di essere uomo virtuoso; e che i suoi discepoli col pur udire e insegnare la definizione del vizio e della virtù, si persuasero di possedere già in sé la virtù, e di andarsene mondi dai vizii. Infelice umano orgoglio! Diabolica superbia della mente, che crede di aver ogni bene compito in sé sola, e che ignora come il conoscere non è altro che un principio tenue ed elementare del bene, e come il bene vero e compito appartiene all’azione reale, alla volontà effettiva, e non al semplice intendimento!

Delle cinque piaghe della Santa Chiesa § 11, 125

E pure quest’arroganza dell’intelligenza è la perpetua seduzione dell’umanità.

La riabilitazione di Rosmini

Bisognerà attendere il pontificato di Giovanni Paolo II perché il pensiero rosminiano possa liberarsi dalle dure critiche e dalle condanne ricevute. Rosmini, che il papa definì “uno tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio” fu definitivamente riabilitato e dichiarato beato nel corso di una cerimonia che avvenne il 18 novembre 2007 nella città di Novara.

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