San Pio X e il Movimento liturgico: quale il rapporto tra uno dei movimenti più pregnanti del tempo presente, e uno dei maggiori riformatori della Chiesa del XX secolo? In questo breve articolo tentiamo di dare risposta a questo interrogativo.
San Pio X: breve biografia
Nato a Riese (Treviso) il 2 giugno 1835, Giuseppe Sarto studiò a Castelfranco Veneto e nel Seminario di Padova. Qui rimase per otto anni «gli otto anni più belli della mia vita» come egli stesso rivela in una lettera inviata da Patriarca di Venezia il 3 dicembre 1894 al rettore del seminario di Padova.
Fu ordinato presbitero a Treviso nel 1858. Ebbe modo di conoscere varie realtà: fu cappellano a Tombolo, parroco a Salzano, canonico della cattedrale di Treviso e direttore spirituale nel Seminario diocesano.
Vescovo di Mantova dal 1884 al 1893 e poi, per volontà di Leone XIII, patriarca di Venezia. Fu eletto papa il 4 agosto del 1903.
Il Catechismo, il Codice di Diritto Canonico e altre importanti iniziative
Il catechismo detto di Pio X (conosciuto anche come catechismo maggiore) è una sintesi della dottrina della Chiesa cattolica che il papa compilò per la diocesi di Roma. Il testo fu poi adottato in tutta Italia. Esso venne pensato per le persone semplici in una società nella quale la cultura non era omogenea e diffusa.
L’opera più duratura di Pio X fu sicuramente però il Codice di Diritto Canonico. Il lavoro fu avviato nel 1904 e si concluse nel 1917, quando Pio X era morto già da tre anni. Altro importante intervento fu il motu proprio “Tra le sollecitudini” sulla musica sacra del 22 novembre 1903 sul quale torneremo tra poco.
In pratica molte delle grandi riforme furono impostate da Pio X entro il primo anno di pontificato.
Un’altra sua importante intuizione è stata quella di dotare la Chiesa di una pubblicazione avente valore ufficiale per quanto riguarda gli atti pontifici della Curia, dei dicasteri e dei tribunali. Nasce così, a partire dall’inizio del 1909, Acta Apostolicae Sedis in pratica la gazzetta ufficiale della Chiesa.
San Pio X e il Movimento liturgico
Fu con l’azione e con le riforme di Pio X che il Movimento liturgico entrò in una fase completamente nuova. Prima esso era solo appannaggio di forze individuali, e quindi privo di efficacia. Più parti all’interno della Chiesa sentivano la necessità di una riscoperta delle origini quale antidoto alla scristianizzazione dilagante. Quello che mancava era un intervento autorevole che consentisse il superamento dell’individualità e orientasse all’azione.
Sempre più laici e presbiteri si raggrupparono attorno a monasteri benedettini alcuni dei quali diverranno, per la loro attività, punti di riferimento importanti come quello di Maria Laach in Germania e Praglia in Italia. Essi si erano rivelati centri di vitalità liturgica e stavano diventando, al contempo, propagatori di nuove idee.

Il motu proprio “Tra le sollecitudini” (1903)
Nel 1903 il Movimento liturgico italiano era sostanzialmente limitato ad una reazione contro l’utilizzo della musica teatrale che imperava nelle chiese. Nel motu proprio “Tra le sollecitudini” (pubblicato per la festa di S. Cecilia, il 22 novembre) troviamo, oltre ad una netta presa di posizione contro tale abuso, già un importante riferimento alla partecipazione attiva dei fedeli che sarà poi ripresa ed approfondita dal Concilio Vaticano II.
Essendo, infatti, Nostro vivissimo desiderio che il vero spirito cristiano rifiorisca per ogni modo e si mantenga nei fedeli tutti, è necessario provvedere prima di ogni altra cosa alla santità e dignità del tempio, dove appunto i fedeli si radunano per attingere tale spirito dalla sua prima ed indispensabile fonte, che è la partecipazione attiva ai sacrosanti misteri e alla preghiera pubblica e solenne della Chiesa.
Pio X, Tra le sollecitudini, I
Fra i vari generi della musica moderna, quello che apparve meno acconcio ad accompagnare le funzioni del culto è lo stile teatrale, che durante il secolo scorso fu in massima voga, specie in Italia.
Pio X, Tra le sollecitudini, II, 6
Sul versante della musica sacra, Pio X istituisce una Commissione pontificia per la revisione dei libri di canto e coinvolge anche i monaci benedettini di Solesmes.
Pio X riforma anche il calendario e il Breviario con la bolla Divino afflatu del 1 novembre 1911. Ricordiamo anche nel 1905 il decreto Sacra Tridentina Synodus sulla Comunione frequente.
Peregrinatio corporis di San Pio X nel 2023
Quest’anno, in occasione dei 120 anni dall’elezione a Vescovo di Roma di Pio X ci sarà un nutrito programma di iniziative nei luoghi di papa Sarto.









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