Origene e la visione tricotomica dell’uomo
La visione della natura dell’anima di Origene è assai vicina a quella del platonismo classico, senza però giungere mai ad associare il male direttamente alla corporeità. Per l’autore l’esperienza del corpo serve per elevare l’anima vivendo a pieno quella che è «l’immagine e somiglianza» che Dio stesso ha concesso all’uomo attraverso il dono dello spirito.
La spiritualità dell’anima in Plotino
Plotino, riprendendo per molti aspetti il pensiero filosofico greco classico, parla dell’Uno dal quale trae origine l’Intelletto (noûs), che a sua volta genera la psiche cosmica che sarà poi presente in tutte le cose attraverso le «ragioni seminali». Egli assegna all’anima una posizione intermedia tra il mondo intelligibile e il mondo sensibile.
Il libro di Ezechiele
Il libro di Ezechiele è un’opera che rispecchia una delle epoche più tragiche della storia di Israele. Esperto conoscitore della Torah, il profeta mette in…
La neuroteologia
La scienza teologica utilizza da sempre modelli presi a prestito dalla filosofia per l’interpretazione della fede. Oggi questi modelli sono divenuti insufficienti. Le ricerche neuroscientifiche affrontano temi come quello del comportamento umano, della coscienza e anche della fede, esprimendo poi i risultati anche in termini filosofici.
Cartesio: l’anima e gli spiriti vitali
Per Cartesio (1596-1650) l’essere umano è il risultato dell’unione di due sostanze le quali però sono profondamente eterogenee anche se collegate: una res extensa, cioè il corpo che possiede solo la nozione di estensione (materia corporale), ed una res cogitans, cioè la sostanza pensante nella quale sono comprese le percezioni dell’intelletto e le inclinazioni della volontà.