Ildefons Herwegen

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Ildefons Herwegen
L’abate Ildefons Herwegen

Nascita e formazione

Ildefons Herwegen nacque il 27 novembre 1874 a Colonia col nome di Peter. Figlio di un insegnante, frequentò il liceo di Colonia ed entrò nell’Abbazia di Maria Laach nel 1895. Studiò filosofia a Maria Laach, teologia per tre anni all’Arciabbazia di Beuron e a Sant’Anselmo a Roma per un anno prima di andare a studiare storia del diritto canonico all’Università di Bonn dove nel 1904 si laureò con Ulrich Stutz con una tesi sul Pactum di S. Fruttuoso di Braga. Ricevette l’ordinazione sacerdotale nel 1901.

Elezione e attività

Il 26 giugno 1913 fu all’unanimità eletto abate di Maria Laach succedendo a Fidelis von Stotzingen e divenendo subito una figura importante di riferimento. Fu ordinato vescovo da Michael Felix Korum, lo stesso che ordinerà Odo Casel.

Egli è giustamente descritto come uno dei fondatori e uno dei più importanti promotori del Movimento liturgico in Germania. Ildefons Herwegen seppe conciliare un profondo rispetto per la tradizione con un attento e proficuo dialogo con l’uomo e le problematiche del suo tempo. Aprì sia ai religiosi che ai laici l’accesso alle grandi celebrazioni liturgiche del monastero. Fu in stretto rapporto con Odo Casel, con Romano Guardini ma anche con filosofi del calibro di Max Scheler e Peter Wust. Fu proprio su incitamento di Herwegen che Guardini pubblica la sua prima opera, Lo spirito della Liturgia all’interno della collana Ecclesia Orans, che gli dà immediata notorietà.

Ildefons Herwegen
Testo di Herwegen “S. Benedetto. Profilo psicologico”

La Regola di San Benedetto

Ildefons Herwegen si dedicò allo studio di San Benedetto e della sua Regola che considerava, oltre che fonte primaria per la vita monastica, luminoso riferimento anche per la liturgia e la Chiesa tutta. Egli intuisce la necessità di guardare alla liturgia quale sorgente di vita a partire dal culto e dall’esperienza della chiesa primitiva. La versione italiana del testo S. Benedetto. Profilo psicologico (1932) è tradotta dai monaci di Montecassino a partire dalla terza versione tedesca. L’autore si propone di tracciare un’immagine della vita interiore di Benedetto. Attraverso il secondo Libro dei Dialoghi di San Gregorio Magno, e soprattutto attraverso la Regola stessa, Herwegen tenta di ricostruire la personalità del Santo. Quest’ultimo ha depositato nella Regola i risultati della propria esperienza e quanto della tradizione degli antichi gli parve saldo e adatto.

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