Categoria: Filosofia
Attività del pensiero che tende a ricercare quanto rimane stabile in ogni esperienza e costantemente valido come criterio dell’operare. Le origini della filosofia sono strettamente congiunte al tentativo di spiegare razionalmente l’essere.
Platone e Aristotele: l’etimo di psiche
L’etimo di psiche è rintracciato da Platone in due possibili radici verbali: ana-pnein («respirare»), oppure ana-psicho («refrigero» o «faccio asciugare»). La particella comune alle due…
Senofane e Parmenide: la psiche in relazione al corpo
La figura di Senofane ci è nota solo grazie a pochi frammenti pervenutici. Partendo da una critica risoluta all’antropomorfismo religioso proprio delle credenze comuni di stampo omerico, egli arrivò ad affermare l’unità dell’essere e la conseguente immutabilità dell’universo. Parmenide di Elea riprese in seguito ed approfondì l’indirizzo di pensiero iniziato da Senofane.
Il problema dell’empatia: Edith Stein
Questo è il titolo della dissertazione con la quale Edith Stein conseguì il dottorato in filosofia avendo come relatore Husserl. Lo studio è diviso in quattro parti: esposizione sulla letteratura empatica (parte mai pubblicata), il concetto di empatia, il problema della costituzione dell’individuo psicofisico e l’empatia come comprensione delle persone spirituali. Il tema principale dell’opera è il momento empatico che caratterizza la relazione intersoggettiva tra due persone.
Aristotele, la comprensione dell’anima umana e il ruolo dello spirito
Dopo una fase iniziale vicina alla visione platonica Aristotele approdò, grazie alle sue osservazioni, alla consapevolezza dell’unità psicosomatica dell’essere umano. Tale posizione è espressa principalmente nell’opera De Anima, dove definisce l’anima come forma sostanziale del corpo ed elabora la teoria denominata «ilemorfica» in base alla quale tutte le cose, compresi gli esseri viventi, sono “sinolo”, cioè unione, tra materia e forma.
Origene e la visione tricotomica dell’uomo
La visione della natura dell’anima di Origene è assai vicina a quella del platonismo classico, senza però giungere mai ad associare il male direttamente alla corporeità. Per l’autore l’esperienza del corpo serve per elevare l’anima vivendo a pieno quella che è «l’immagine e somiglianza» che Dio stesso ha concesso all’uomo attraverso il dono dello spirito.
Cartesio: l’anima e gli spiriti vitali
Per Cartesio (1596-1650) l’essere umano è il risultato dell’unione di due sostanze le quali però sono profondamente eterogenee anche se collegate: una res extensa, cioè il corpo che possiede solo la nozione di estensione (materia corporale), ed una res cogitans, cioè la sostanza pensante nella quale sono comprese le percezioni dell’intelletto e le inclinazioni della volontà.