Didache

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Un documento normativo che offre importanti informazioni sulla liturgia del I secolo è la Didache, o Dottrina dei Dodici Apostoli. Di autore anonimo, essa contiene regole per la vita cristiana, contenuti sulla disciplina ecclesiale e formule liturgiche.

Didache: caratteristiche e storia

Fu riscoperta nel 1873 e pubblicata nel 1875 a Costantinopoli. Redatta in lingua greca tra il I e il II secolo in area palestinese o siriaca, si pensa sia un’opera unitaria, ed è considerato il più antico documento cristiano non canonico. Proprio per questo fu posta in capo alla raccolta dei cosiddetti Padri Apostolici cioè a quel gruppo di scrittori e di scritti cronologicamente collocati tra la seconda metà del I secolo e la prima metà del II.

La Didache rappresenta uno dei primi tentativi di separazione dall’ebraismo. Il testo è profondamente debitore della tradizione ebraica, ma è incentrato sulla figura di Cristo. Essa contiene citazioni dai vangeli canonici, già diffusi dunque quando fu scritta, anche se spesso le desume dalla tradizione orale. didache

Didache

La struttura

La Didache è divisa in quattro parti: sezione catechetico-morale (1-6, 2), sezione liturgica (6, 3-10), sezione disciplinare (11-15) e sezione escatologica (16). La seconda sezione, dedicata alle istruzioni liturgiche, è molto preziosa in quanto ci consente di entrare in contatto con preghiere appartenenti ai primi cristiani.

Abbiamo istruzioni per l’amministrazione del battesimo (battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo nell’acqua viva cioè corrente, di fiume o fonte), il digiuno e la preghiera (a differenza degli ebrei che digiunavano di lunedì e giovedì, qui si indicano il mercoledì e il venerdì senza specificarne il motivo; la preghiera tre volte al giorno), sulla preghiera eucaristica prima della comunione, per il calice e il pane spezzato, e dopo la comunione.

Preghiera Eucaristica

La Preghiera Eucaristica

Vediamo la preghiera di benedizione sul calice e il pane:

Anzitutto per il calice:

Ti rendiamo grazie, Padre nostro,

per la santa vite di David tuo servo,                                    

A Te gloria nei secoli!

Poi per il pane spezzato:

Ti rendiamo grazie, Padre nostro,

per la vita e per la conoscenza, 

che a noi rivelasti per mezzo di Gesù tuo Servo.

A Te gloria nei secoli!

Come questo pane spezzato era prima sparso qua e là, tema messianico del raduno dei dispersi su per i colli e, raccolto, divenne una cosa sola, così si raccolga la tua Chiesa dai confini della terra nel tuo regno; poiché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli!

Dobbiamo ricordare che nel I e II secolo non c’erano ancora forme di preghiere di uso “universale”.

La maggior parte degli studiosi ritiene che questa preghiera non sia un’anafora eucaristica ma una preghiera per i fedeli in quanto in essa non si fa menzione della Passione del Signore e non vi sono inserite le parole di consacrazione. Ecco che allora l’anafora eucaristica più antica conosciuta sarebbe quella contenuta in un’altra importantissima fonte: la Traditio apostolica.

Questa preghiera è importante perché, come vediamo, contiene l’antica terminologia (per esempio quella del Servo di Jhwh) che ci permette di intuire la teologia e la cristologia del tempo. Tra le caratteristiche peculiari: abbiamo un persistente legame con la mensa, e il calice precede il pane.

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