Cosa intendiamo per anno liturgico e come si è formato? Esso è l’articolazione del calendario annuale della liturgia della Chiesa cattolica suddiviso in stagioni liturgiche che nel loro susseguirsi celebrano i momenti più importanti della vita di Gesù, e non solo.
Anno liturgico: le origini
Fu nell’atmosfera di pace del IV secolo che poté svilupparsi quello che chiamiamo “anno liturgico”. La sua genesi ebbe inizio già nel III secolo ma il suo pieno sviluppo ci fu nel IV.
Il fatto più importante in quegli anni fu la legge di Costantino del marzo 321 con la quale la domenica fu riconosciuta come giorno festivo per tutti i lavoratori. Bisogna tenere presente il fatto che il giorno successivo al sabato era giorno di lavoro nel mondo ebraico e anche nel mondo greco-romano. In particolare per i greci e i romani nel giorno di Saturno, soprattutto per superstizione, molti si astenevano dal lavoro quindi la domenica era normale giorno lavorativo.
La Pasqua
Nucleo dell’anno liturgico è la Pasqua di Resurrezione. La celebrazione domenicale della Pasqua, preceduta da qualche giorno di digiuno, divenne una prassi normativa alla fine del II secolo fino a coinvolgere un’intera settimana (Settimana Santa) nel III secolo. La Pasqua veniva celebrata con una Veglia notturna che nel IV secolo durava tutta la notte. Nel VI secolo terminava prima di mezzanotte e il giorno di Pasqua possedeva già la Messa propria. A partire dal VIII secolo la veglia cominciò sempre più presto e nel IX secolo iniziava alle tre del pomeriggio. Il periodo di preparazione era inizialmente di qualche giorno e poi nel IV secolo divenne definitivamente di 40 giorni, la Quaresima appunto. Lo sviluppo della Quaresima era strettamente legato ai gruppi di catecumeni e dei penitenti.
Avvento, Natale ed Epifania
La parola adventus è di origine pagana, era una festa annuale in onore della divinità che veniva ad abitare nel tempio. La parola venne usata dai cristiani per indicare la venuta del Figlio di Dio nel tempio della sua carne. Nel Sacramentario gelasiano troviamo preghiere per le cinque domeniche prima di Natale e anche per i mercoledì e venerdì, giorni di digiuno, di quelle cinque settimane. Inizialmente l’Avvento era legato esclusivamente alla venuta finale di Cristo, quindi con una forte valenza escatologica. Gradualmente divenne tempo di preparazione alla nascita cioè al Natale. Dal VIII e IX secolo, i sacramentari attestano l’Avvento, e non il Natale, come inizio dell’anno liturgico.
In quei primi secoli il cristianesimo a Roma crebbe parallelamente al culto di Mitra la cui festa annuale del Sol invictus si celebrava al solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno nell’emisfero settentrionale. I cristiani tennero la festa nello stesso periodo in quanto Cristo è il vero sole invitto. La festa dell’Epifania è molto più antica di quella del Natale. Alla fine del IV secolo le Chiese iniziarono ad adottare entrambe le feste, 25 dicembre e 6 gennaio, nei loro calendari.
La Settimana Santa
Col concilio di Nicea (325), la quaresima faceva già parte del calendario liturgico benché la sua durata differisse da luogo in luogo (andava da tre a otto settimane). La processione della Domenica delle Palme era già nota nell’VIII secolo ma fu universalmente riconosciuta solo nel XII secolo.
La lavanda dei piedi del Giovedì Santo esisteva già nel IV secolo, eccetto a Roma, dove arrivò nel V secolo. Questa consuetudine si affievolì col passare del tempo ma venne recuperata all’interno dei monasteri. La Regola di San Benedetto stabilisce infatti che l’abate lavi i piedi al viandante in segno di ospitalità. A Roma la prassi divenne normativa solo nel XII secolo. La tradizione più antica indica la lavanda dei piedi e l’istituzione dell’Eucaristia come i due pilastri su cui si fonda il Giovedì Santo.











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